lunedì 6 agosto 2012

Gorret, Henry, Ratti... preti da vetta

Amé Gorret (1836-1907)
Nella spedizione italiana che nel 1865 scalò il Cervino dal versante italiano c'era un prete, Amé Gorret. Nella spedizione inglese che, quattro giorni prima, conquistò per la prima volta la vetta dal versante svizzero, c'era il reverendo Charles Hudson. Morì durante la discesa insieme ad altri tre compagni di cordata.
Achille Ratti, il futuro Papa Pio XI, fu il primo a raggiungere la cima del Monte Rosa dalla parte orientale, nel 1889, dieci anni dopo la sua ordinazione. Scalò il Rosa il 31 luglio, il 7 agosto arrivò sul Cervino e, a fine luglio del 1890, il Monte Bianco, aprendo una nuova via chiamata ancora oggi Ratti-Grasselli. Scalò fino al 1913 e fu membro, collaboratore e redattore di articoli per il CAI.
Achille Ratti, Papa Pio XI (1857-1939)
Il prete Ratti scrisse che l'alpinismo "non fosse cosa da scavezzacolli, ma al contrario tutto e solo questione di prudenza, e di un po' di coraggio, di forza e di costanza, di sentimento della natura e delle sue più riposte bellezze" (riportato da M. Cuaz, Le Alpi, Bologna 2005).
Curiosa la storia dell'Abbé Amé Gorret, detto "l'orso della montagna" e molto stimato in quanto alpinista e membro CAI in tutta la Valturnenche. Partì con i due Carrel alla conquista del Cervino nel 1865. Era una corsa contro gli inglesi, una corsa persa per pochi metri. Tuttavia, cinque giorni dopo, la spedizione di Carrel tentò l'impresa da un nuovo versante e ci riuscì proprio grazie al sacrificio di Gorret: il 17 luglio, sotto la Grand Tour, Carrel, Brich, Gorret e Meynet si trovarono bloccati in un colatoio a poca distanza dalla vetta; Gorret allora decise di sacrificarsi e calò di 8 metri Carrel e Bich i quali, poco dopo, uscirono in cima passando dalla cresta dello Zmutt. Lo sfortunato prete restò a consolarsi cercando di ideare un sistema più efficace per calare in sicurezza alpinisti e, in futuro, quei touristes a cui dovrà tanto il futuro della Valle d'Aosta.
Joseph-Marie Henry (1870-1947)
In Valle d'Aosta, in particolare in Valpelline, è molto conosciuto anche l'Abbé Henry, presbitero, botanico e alpinista di Courmayeur. Nel periodo in cui fu viceparroco a Cogne, lavorò per la creazione di un giardino botanico sul colle del Piccolo S. Bernardo. Il 5 agosto 1893 celebrò la S. Messa sulla vetta del Monte Bianco. Divenuto parroco di Valpelline, studiò a fondo la valle, scrisse cinque importanti pubblicazioni sulla sua storia, salì su tutte le vette nei dintorni dando parecchi nomi alle diverse punte. Courmayeur gli ha dedicato la piazza principale dove vi è stata posta anche una sua statua.
E prete era anche l'abate Gnifetti, parroco di Alagna. esploratore del Monte Rosa e primo salitore nel 1842 della Signalkuppe, la cima che ora porta il suo nome. Il Gnifetti predicava normalmente in walser, ma se vedeva tra i fedeli uno straniero, riassumeva il vangelo in italiano. Un asceta d'alta quota. Non si curava di geologia o di botanica. Per lui, le vette, erano roba per contemplativi:  "Ho sempre prediletto le vette dei monti per contemplare da vicino la magnificienza delle opere del Creatore". Arrivò sulla cima oggi più gettonata del Rosa al quarto tentativo (4554 m.) . Lassù piantò una bandiera rossa e dedicò l'impresa a Carlo Alberto.

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