mercoledì 29 agosto 2012

Monte Terra Nera (3100 m.)


Scorcio sulla Val Thuras
Una delle valli laterali della Val di Susa si chiama Thuras, come il torrente che scorre in essa (o Thures come la borgata più importante), una valle tra la Francia e la Valle Argentera nel comune di Cesana Torinese e che ha inizio a Bousson. Questa valle ospita sei montagne sopra i 3000 m. Una di queste è il Monte Terra Nera, sulla sinistra orografica della valle.
Per esplorare la valle occorre innanzitutto percorrere una strada sterrata di origine militare (ora particolarmente rovinata dall'erosione delle acque) fino al ponte dismesso che attraversa il Thuras, l'affluente del Ripa.
Verso le pietraie finali
Parcheggiata la macchina presso una lapide eretta dagli alpini in memoria di alcuni caduti della grande guerra (1947 m.) e attraversato il torrente su un ponte di nuova fabbricazione, occorre cercare un sentiero che si inerpica su per il versante orografico sinistro e che permette l'attraversamento del fitto bosco di conifere. Il 2 agosto 2012 non trovai alcun sentiero e, dopo un'ora di ricerche, decisi di salire per conto mio risalendo il letto di un torrente che veniva giù allegro. Inoltratomi nel canalone ripido del torrente, raggiunsi un pianoro erboso (2436 m.) da qui potei intravvedere la meta della mia escursione: 700 m. di dislivello di nera pietraia. Ecco perché si chiama Terra Nera.
In cresta
Proseguendo sul pianoro per qualche centinaio di metri, risalii la pietraia e giunsi sul filo di cresta. Da lì camminai a vista sulle pendici detritiche del monte fino alla vetta (3100 m.).
In cima avvistai un gipeto. Il termometro segnava i 21 gradi. Riconobbi lo Chaberton, il Roc del Boucher e la Punta Merciantaira a destra del col Thures. Trovai una croce metallica che sembrava essere stata fatta con i profili bucherellati degli scaffali, grosse api mezze addormentate ed un prato di margherite. A parte questo, nient'altro. Tutto lo spettacolo di vita che può essere ammirato in Val Troncea, qui è totalmente assente. Il paesaggio è lunare e, ad eccezione di un gregge di pecore incontrato sui pascoli erbosi, non c'è traccia di vita animale. Solo mosche.
In vetta
In discesa ritornai sui miei passi fino ai pianori. Poi ridiscesi il bosco attraverso un vallone molto ripido e molto più diretto di quello affrontato salendo lungo il torrente.

L'unica nota che mi permetto di segnalare è il vano tentativo di trovare il sentiero iniziale che conduce nel bosco. Non c'è alcuna speranza di rinvenire tracce o sentieri utili. Se non si vuole ravanare per un'ora come feci io occorre abbandonare la mappa e cominciare a risalire il pendio in totale libertà. Meglio questo che ostinarsi a cercare ciò che non c'è, a dispetto dei manuali e delle descrizioni rastrellate sul web.
Mappa dell'escursione

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