Walter Bonatti (1930-2011) |
Walter Bonatti! Così lo ricorda Fosco Maraini il 6 agosto del 1959 durante la prima scalata al Gasherbrum IV compiuta in compagnia dell'amico Carlo Mauri:
"Chiuso e complicato, egli nasconde in qualche profondo recesso una forza spaventosa, sovrumana, della quale ha quasi paura. Puoi restargli settimane vicino come compagno, e allora è d'una gentilezza costante e uguale, talvolta squisita, che si frappone però come un velo d'acciaio tra lui e il mondo. Forse la vita è stata dura con Walter in segrete maniere, attraverso i lontani paesaggi dell'infanzia (...) Walter e Carlo [Mauri] ! Dall'unione di due personalità così profondamente diverse si è costituita una cordata davvero irresistibile. L'uno è la forza ragionata e cauta, l'ardire misurato e preciso, quasi felino; l'altro è l'urto, l'ardore, l'esplosione appena imbrigliata. Un uomo completa e integra l'altro (...)
I nostri compagni lassù sono davvero un simbolo, se mai ve ne fu uno, dell'uomo e dell'universo, soli, misteriosamente soli, l'uno di fronte all'altro; dello spirito che vuole conoscere, possedere il mondo, superare le crudeli barriere della finitezza che ci lega a un istante, del peso che ci schiaccia sulla terra. I miei ricordi, Baldini&Castoldi, Milano 2013, pp. 93-96).
La fatica deve essere spaventosa. Basta seguire il disegno, buttato giù alla meglio in quei momenti, le ore e i minuti dei passaggi, per rendersene conto. Dalla cresta delle Cornici al Campo Sesto sono circa 250 metri di dislivello; per superarli sono occorse circa sette ore; appena 35 metri all'ora! Ogni tanto una figura avanza, poi si ferma e resta immobile a lungo. Potessi sentire i fiati ansimanti, il rantolo! Ma forse è meglio così, uno spettacolo muto: sarebbe troppo penoso altrimenti per noi immobili quaggiù. Riguardo agli uomini, c'è poco da dire: Bonatti è un dio. Quando tocca a lui vedo il puntino rosso della sua maglia che avanza, vorrei dire senza sforzo, certo con decisione e leggerezza uniche, fino al punto di sosta; gli altri a paragone sono creta e terra, umile carne umana. Non me ne vogliano i miei compagni, se dico questo: ci sono certe superiorità che non si discutono, sono quasi un dono divino, resterebbe soltanto da celebrarle come facevano saggiamente i greci antichi, con un inno" (Fosco Maraini in Walter Bonatti,
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