giovedì 2 luglio 2015

Pic Brusalana (3170 m.)

A sinistra, il Pic Brusalana visto dalla Sella d'Asti
Di nuovo in Val Varaita, questa volta verso il Colle dell’Agnello. Superata la Grange del Bersagliere si incontra un laghetto detto “del Blen” (per via della presenza dominante delle Rocche Blen) e lì si parcheggia a bordo strada, all’8º km da Chianale.

Del Pic Brusalana (3170 m.) una guida diceva: «Picco poco visitato, sorge sullo spartiacque principale italo-francese, tra le valli Varaita di Chianale-Guil. L’itinerario d’accesso si svolge fuori dai sentieri affollati su un territorio aspro ma che riserva scorci di particolare pregio ambientale. Brusalana è un toponimo che si pone in relazione al territorio aperto e soleggiato e alla colorazione brunastra del pietrame». In effetti, di pietrame nero, in questa salita, ce n’è molto.
Il Pic d'Asti, la Rocca Rossa e la Crête de la Taillante
Dal laghetto avrei dovuto seguire, in direzione nord, verso l'evidente mole del Pic d'Asti, alcune piccole tracce su erba; avrei dovuto risalire l’ondulata china, proseguire su pietraia e sfasciumi seguendo la direzione più logica e facendomi aiutare dagli ometti presenti nel Vallone del Giarus. Sarei così giunto, con un percorso un po’ faticoso solo nel tratto finale, fino alla Sella d'Asti, a 3123 m. Ma il 1 luglio 2015, niente di tutto questo è avvenuto. 

Non so per quale motivo, imbocco una finta traccia che conduce molto più a destra e, risalendo la china erbosa della Costa Ciais, finisco per arrivare in cresta, addirittura più a valle della Cima delle Rossette. Non mi resta che percorrere tutta la cresta fino alla Sella d’Asti, scendendo di quota più volte per aggirare qualche tratto di cresta rotto. Brutto soprattutto l’ultimo.

Dalla Sella basta seguire la dorsale detritica verso est (a destra), aggirando i passaggi rocciosi sul versante francese, per poi ritornarvi quando questa spiana. In breve si arriva alla base della breve dorsale che conduce in cima al Pic Brusalana, raggiungibile senza nessuna difficoltà, nonostante gli orribili sfasciumi. In cima un ometto di pietre.

Imparata la lezione, ridiscendo seguendo la traccia che percorre tutto il valloncello che conduce al laghetto presso la Statale.

Giornata di sole, detriti, sfasciumi, nebbie di calore ascendenti da valle, solitudini assolute (avvistato solo da lontano un branco di stambecchi ed un paio di marmotte) e tanta invidia per chi saliva al Pic d‘Asti. Lo spettacolo delle vette del Queyras capaci di galleggiare su un mare di nuvole ripaga ampiamente di tutte le fatiche.

 

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