Parcheggiata l'auto (pagherete poi alla fine, comodamente, 6 euro), occorre per prima cosa raggiungere il rifugio Bellavista mediante il bel sentiero che risale la destra orografica della valle, il n. 3. Inizialmente si sale a mezza costa, nel bosco, poi si procede con rapide serpentine fin sotto le pendici della rocciosa Punta delle Frane, e si giunge così ad un pianoro leggermente detritico a quota 2400. A destra, il sentiero, davvero imperdibile, viaggia in diagonale verso il Colle Giogo Alto di Senales. Si procede spediti, in un paesaggio che diviene via via sempre più maestoso, fino ad un bivio (quota 2790) dove una palina segnala l'attacco alla via normale della Pala Bianca (Weisskugel). Ancora a destra, occorre superare una balza rocciosa, si traversa una rampa di detriti, qualche piccola pietraia, un dosso roccioso, fino a guadagnare qualcosa di caldo al rifugio di proprietà privata Bellavista (2800 e qualcosa). Qui, il 26 luglio 2025 faceva freddo, tirava vento e piovigginava, e la tentazione di infilarsi nella sauna finlandese allestita all'esterno del ricovero fu enorme. Ed è da dietro la sauna che occorre imboccare il sentiero che porta alla Vedretta.
Il sentiero, segnato da palina come 3A, subito dopo un tratto di roccette, porta ad una dorsale erbosa. Non è possibile sbagliare: grandi ed onnipresenti ometti di pietra e tacche di vernice fresca (bianche e rosse) accompagnano l'escursionista fino in cima. Con alcune serpentine si giunge così ad una vasta conca detritica, leggermente innevata, a quota 3100. Si procede sull'ampio crestone detritico, fino a giungere in vetta.
Dalla cima lo spettacolo è assicurato dal dominio dei ghiacci: dal lato della valle, i 3 chilometri di ghiacciai della Val Senales dietro la Croda delle Cornacchie, la "parete grigia"(Grawand) dove sorge l'hotel più alto d'Europa, e gli imponenti picchi e le creste frastagliate dove un giorno venne trovato Ötzi, la mummia del Similaun, il più antico sapiens di sempre (dicono vecchio di 5300 anni); alle spalle, il "ghiacciaio posteriore" (Hintereisferner) della Pala Bianca, un'impressionante lingua striata che scorre a valle per chilometri.
Per il rientro occorre preparasi mentalmente ad una discesa di 1700 metri, il solito prezzo da pagare a muscoli e ginocchia per l'esperienza vissuta.
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