martedì 18 dicembre 2012

Comici, alpinista o poeta?

"La luce scialba della luna illuminava la sua sagoma che si profila incerta nel cielo: ma la sua mole sembrava ancora più imponente. Lungo la sua cresta tremolavano le stelle, e sulla punta più alta una se ne distingueva fra tutte, per la vivida luce che emetteva e per il continuo cangiar di colore. Era come un brillante purissimo incastonato nella lucente corona che cingeva il Montasio.
Quando entrammo nel bosco le stelle andavano già diradandosi, preannunciando la prossima venuta del sole; e non appena giungemmo sotto la la Spragna la cresta del Montasio si tinse di un rosa corallino, che a poco e poco si trasformò in rosso sanguigno. Era il giorno che superbamente nasceva, era la luce che dalle punte discendeva irresistibilmente giù per i costoni, entro le gole, scacciando le tenebre e portando la vita.
Con la venuta del sole tutto si ridestava, tutto sorrideva: cinguettavano gli uccelletti, mormoravano le cascate in fondovalle, dappertutto si levava come un cantico, un brusio indefinibile.
Il sole penetrava anche nei nostri cuori, fugando l'oppressione e apportando l'ottimismo e la gioia".

(Emilio Comici, Alpinismo eroico, 1942. Prima ascensione dello Jof di Montasio per la gola NE della Forcella Berdo, con Giorgio Brunner e Riccardo Deffar, il 10 giugno 1928).

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