Armando Aste (1926 |
Autore del libro "I Pilastri del Cielo" di cui riporto alcuni brani.
"Pace, magnificenza, elevazione. Celestiale sinfonia delle vette regine dei grandi silenzi (...) dove non giunge ad infestare l'aria il pesante fardello degli egoismi e della cattiveria umana.
(...) Quando mi trovo lassù, fra la corona fantastica di altissime cime, tutto mi porta ad innalzarmi con l'anima su orizzonti più vasti e più puliti. Nel sublime silenzio delle altezze, dove ogni miracolo rivela la presenza del Supremo Costruttore, è bello ritrovare se stessi e, meditando, ascoltare il riecheggiare dell'infinito".
Armando Aste, tra i migliori, iniziava ogni gesto alpinistico con un segno di croce, lo terminava con una benedizione al Signore e recitava il rosario in ogni bivacco.
"Io sono un credente e sono un alpinista. Anzi direi che mi scopro credente soprattutto proprio in montagna che suggerisce ancor più il bisogno di trascendenza che è insito nell'animo umano.
Io sono orgoglioso della mia Fede che considero l'unica vera ricchezza che possiedo.
Mi piace guardare alle montagne come immagini materializzate dell'ascendente cammino dell'uomo e sono grado ad esse...
La montagna è sempre presente nella storia dell'evoluzione umana, la montagna sinonimo di positività e di elevazione. Nella Sacra Scrittura troviamo la consegna a Mosè delle tavole della Legge sul Monte Sinai. Nella storia della Redenzione leggiamo della Trasfigurazione di Gesù su 'un alto monte'. E ancora l'ascensione di Gesù al cielo sul Monte Oliveto.
Al di là della supposta realizzazione di se, del gioco edonistico e addirittura della possibile creazione artistica ideale, se penso all'inestinguibile sete che mi spinge ai monti, sete di bellezza e di poesia, ansia di superamento bisogno di coraggio, sento che è soprattutto un insopprimibile bisogno di trascendenza che sta alla base del mio alpinismo. Sento di essere un cercatore di infinito.
Le vittorie dello spirito, come lo sono anche le ascensioni alpine, segnano le tappe del faticoso, sofferto cammino dell'uomo verso la meta eccelsa, la Conoscenza Suprema. Che in ultima analisi per un credente non può essere altro che l'incontro con Dio" (tratto da "Scalata all'Infinito" di Spiro dalla Porta Xidias).
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