Bella punta al cospetto del Re di pietra da risalire dalla Val Varaita. Dopo un'altra stagione di pandemiche sofferenze, finalmente il 18 luglio 2021, ricominciamo ad andar per monti.
Poco oltre il lago di Castello, a Pontechianale lasciamo l'auto nei pressi del Rifugio Savigliano, sulla destra della strada provinciale che sale al Colle dell'Agnello, in località Genzana, a circa 1700 m. Da qui percorriamo la stradina che corre sulla destra orografica del torrente Savaresch, asfaltata fino alla Sellette e poi sterrata. La stradina, superando prima il sentiero Nanni Lanzetti e poi il corso d'acqua del Rio Savaresch (2100), serpeggia in direzione N-NE toccando via via le soprastanti grangie Lori (2004), Patas e Rubin (2117), quest'ultima immersa in un bellissimo lariceto. Arriviamo così alla stazione d'arrivo della seggiovia proveniente da Pontechianale-Maddalena (2335), prima tappa della nostra escursione. Su molte carte compare come ex-Rifugio Elios. In realtà troviamo un rifugio-bar-ristorante dal classicissimo nome "Helios", terrazzato ed attrezzato per l'accoglienza di ogni genere di turista.Dopo la pausa caffè, cominciamo a salire in direzione E al punto panoramico conosciuto come le Conce (2395), una terrazza naturale sullo spartiacque Varaita-Vallanta, a solo un km dal rifugio, presa d'assalto da famiglie ed amanti della tintarella. Qui, abbandonato il sentiero denominato U12 che scollinando conduce al Rifugio Vallanta, svoltiamo sulla diramazione di sinistra che volge a N e percorriamo i 3 km della Cresta Savaresch in tutto il suo sviluppo, tra un mare di fiori ed un'incredibile fioritura di stelle alpine.
La lunga camminata in cresta si svolge tutta su bel sentiero (probabilmente per questo l'escursione viene da tutti classificata come E nonostante il discreto dislivello), con i potenti raggi del Sole sulla sinistra e l'oscura mole del versante occidentale del Monviso sulla destra. Ci si sente infatti estremamente piccoli al cospetto di questo colosso di roccia dai piedi scuri e dalla testa solitamente coperta da un soffice cappello di nubi bianche. Dopo aver sfiorato le rovine di un antico ricovero militare a quota 2988, ci inerpichiamo sulla ripida china di rocce metamorfiche (scisti tipiche della zona piemontese), esposta a S, fino al vasto dossone sommitale della Punta, a quota 3080, il punto più elevato della costiera che dal Losetta si allunga verso S fino alla confluenza Vallanta-Varaita di Chianale. Difficile dire perché sia stata battezzata Tre Chiosis; di certo sappiamo solo che con chiosis i locali erano soliti indicare quelle conche (clot) elevate che rimangono racchiuse sui lati.Troviamo qui una croce metallica dedicata a Gianni Girone, presidente del CAI di Savigliano, con tanto di campana, bronzo con volto di Cristo e libro di vetta. Il panorama è mozzafiato: il Monviso, il Gastaldi e la Losetta, la Roc de la Niera, il Salza ed il Mongioia, il Ferra, vette arcinote e picchi inaccessibili, orridi canaloni e pendici verde smeraldo... tutta la bellezza della natura in un unico sguardo.
Scendiamo per lo stesso tracciato percorso in salita con una piacevole variante: la seggiovia che conduce alla Maddalena, lenta ma amica delle ginocchia.
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