venerdì 3 agosto 2012

Il Gros Peyron (3047)

La strada al Pian dei Morti, sopra il Rig. Scarfiotti
Il Gros Peyron è un monte del vallone di Rochemolles, una vallata secondaria della Val di Susa, oltre Bardonecchia. Salendo, troverete l'ingresso del traforo ferroviario del Frejus o del Moncenisio. Aperto nel 1871, corre sotto il Frejus da Bardonecchia a Modane. Fu Medail, un funzionario doganale di Bardonecchia, il primo ad avere l'idea di un traforo ma il progetto venne poi ripreso dal Sella, quello del Monviso, nel 1852 e definitivamente intrapreso da Germain Sommeiller. I lavori iniziarono nel 1857. I numeri: costo totale, 70 milioni di lire; tempo, 14 anni; operai 4000; morti, 48 di cui 18 di colera; inaugurato il 17 settembre 1971; lunghezza, 13,636 km. Il 5 gennaio 1972 transitò il primo treno, il Londra-Brindisi, chiamato anche la "Valigia delle Indie". Fino al 1882 (anno di apertura del S. Gottardo lungo 15 km.) fu il più lungo tunnel ferroviario del mondo. Al Sommeiller venne dedicata una punta, denominata precedentemente Monte Balme o Rognosa di Calambra. A Torino, in Piazza Statuto, è possibile ammirare (?!!?) il monumento dedicato al lavoratori del traforo. Ora, parallelo al traforo vi è quello stradale inaugurato nel 1980 e lungo 12,895 km.
La Rognosa d'Etiache
Dopo la frazione di Rochemolles (40 abitanti) si incontra il lago di Rochemolles, con la sua elegante diga di 60 m. costruita dalle Ferrovie dello Stato nel 1930 e ceduta all'Enel nel 1968. Proseguendo lungo la strada sterrata per altri 5 o 6 km. si arriva al Plan du Fond, un delizioso pianoro alla base della Rognosa d'Etiache. Lì si trova il Rifugio CAI Scarfiotti, a 2165 m. di altitudine, e alcuni laghetti che ora sorgono sulle vecchie cave utilizzate per la costruzione della diga. Il Rif. Scarfiotti, sez. di Torino, è sotto la strada carrozzabile che conduce al Pian dei Morti, al centro di una fantastica corona di vette: il Bric del Mezzodì, la Rognosa d'Etiache, la punta Sommeiller... e due splendide cascate che si gettano a picco alle sue spalle. Dal vallone di Rochemolles, dunque, si imbocca un sentiero ripido che sale portandosi ad Est, sul ripido versante destro orografico che conduce su al vallone d'Etiache, fino ai ruderi della grange a 2438 m. Si prosegue su pendio erboso fino al Colle d'Etiache (2800 m. circa) e poi sulla lunga cresta di detriti e rocce che conduce alla cima, tra ghiaioni, massi accatastati e lastroni rocciosi di chiara roccia calcarea.
Ometto di pietre del Gros Peyron
Le pareti di queste montagne sono di quarziti modellate dall'erosione del ghiaccio. Lo stesso Gros Peyron presenta un aspetto dolomitico con pareti di roccia calcarea da un lato e versanti detritici dall'altro. Tutta la valle è composta di 'dolomie' omogenee e grigie, 'calcescisti' grigio-nerastre e sfaldabili in strati sottili, 'carnide' grigie e giallastre e dall'aspetto spugnoso, 'quarziti' di colore grigio-verde e 'marmi' grigi scuri, molto resistenti.
In 30 minuti dal colle si arriva in vetta dove qualcuno ha costruito un 'omone' di pietre. Il panorama è strupendo: da un lato la Rognosa (3382), dall'altro la Cresta S. Michele ed il Pierre Menue (3505); dalla parte francese la Barre des Ecrins, il ghiacciaio di Chevrene e, di sotto, il Pic du Diable (2926), con il suo versante orientale a picco di 500 m. In definitiva, un'escursione facile ma godibilissima, compiuta il 1 agosto 2011.

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