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Il bivacco W. Blais |
Il Mont Niblè è una singolare montana del gruppo d'Ambin, sul confine italo-francese della Val di Susa, che dal versante francese ha un aspetto d'alta montagna, ammantata com'è dal Glacier du Ferrand, mentre dal versante italiano presenta un aspetto piuttosto arido. Vista da est forma con la Punta Ferrand un irregolare trapezio; da sud pare una piramide. La sua singolarità risiede nel fatto di essere l'unica montagna delle Cozie settentrionali capace di assicurare una profonda veduta sulla Pianura Padana.
La prima ascensione a noi nota fu quella di Coolidge, Almer e Pierre Michel del 25 luglio 1873. Ma i tre, giunti in cima, trovarono già un ometto di pietre. Due anni dopo salirono in cima due italiani per la medesima cresta OSO, quella che passa dal Col d'Ambin, la "normale".
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Stambecco sul Colle d'Ambin |
Una curiosità del Niblè è data dal fatto che spesso la sua cima viene confusa sulle carte con la vicina punta Ferrand e che lo stesso ghiacciaio del Ferrand viene spesso denominato come ghiacciaio del Niblè. Anche le loro quote sono spesso invertite. Il suo nome, in
patois "neble", significherebbe nuvola o nebbia: si spera sempre di non doverlo verificare!
Si arriva in auto fino alla Grange della Valle attraverso il Vallone di Galambra, sopra Exilles, mediante una lunga strada che conduce fino a quota 1824 m., nei pressi del Rifugio Levi-Molinari gestito dal CAI.
Lasciata l'auto al parcheggio del rifugio, si cammina lungo la strada sterrata per circa 200 metri fino ad incontrare le indicazioni per il sentiero che risale il vallone di Galambra, una valle di larici costellata di rododendri e di grossi massi erratici.
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Il Niblè visto dal Colle d'Ambin |
Il sentiero, sulla sinistra orografica del vallone, conduce in poco tempo fino ad una fontana presso un grosso masso, a quota 2371 m., conosciuto come Roc del Colle: fu costruito nel '74 dalla squadra CNSAS di Exilles.
A questo punto il sentiero diviene sempre più ripido, prima su pendio erboso e poi su rocce umide, fino al ripidissimo canalino che porta al colle d'Ambin. Il realtà il colle vero e proprio sarebbe più a sinistra e questo valico invece dovrebbe essere definito Colle d'Ambin est (2921 m.). Ad ogni modo, sul colle si incontra il bivacco W. Blais, un casotto di metallo di un colore rosso-arancio con 8 posti letto e luce a pannello solare. Attorno al bivacco, un gruppo di stambecchi staziona stabilmente; quelli fotografati il 9 agosto 2012 avevano la pancia così gonfia che non avremo potuto dire se fosse a causa della gravidanza o dell'alimentazione a base di toma e salame. Avevano con sé degli stambecchini graziosissimi ma, in generale, davvero "umanizzati".
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Glacier du Ferrand |
Si prosegue sulla destra fino a ridosso della cresta ovest del Niblè, larga e poco esposta. Si superano alcune facili roccette fino al ghiacciaio, che inizia a circa 3050 m. Da lì si imbocca un canalone che risale a destra del ghiacciaio fino al punto in cui si è costretti a mettere i piedi sul ghiaccio: sembrerà di camminare su pietraia e detriti ma in realtà si sarà in piedi sul ghiaccio vivo. Occorre sempre fare molta attenzione al ghiaccio nero sempre molto poco stabile. Si risale dunque il pendio il più delle volte senza dover infilare i ramponi - portarseli dietro però è sempre consigliato - fino alla cresta ovest del monte. Giunti in cresta si seguono le tracce fatte di ometti che segnalano il versante detritico fino alla vetta a quota 3368 m.
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In vetta |
In vetta vi sono ben tre croci, una campanella ed un libro di vetta. Il panorama è stupendo e spazia a 360 gradi. Effettivamente, da lassù, è possibile ammirare gran parte della Valle di Susa, fino ad Avigliana ed oltre.
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Panorama dalla cima del Niblè |
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Genzianelle |
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