Non tutte le valli sono belle uguali. La Valle della Rho, uno delle quattro che partono a raggiera dal Comune di Bardonecchia (in Alta Val di Susa), è una di quelle in cui l'opera dell'uomo ha fatto più scempio in assoluto.
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Il Colle della Rho a sinistra e Le Grand Argentier sulla destra |
In alto, tuttavia, dove il Colle della Rho e le vette dell'alta montagna sono lontani dai lavori dell'acquedotto, si respira ancora l'aria dell'inviolato.
Partito il 25 luglio 2013 dalla piccola chiesetta della Madonna di M. Serrat (1756 m.), oltre la Grange della Rho, percorsi - non senza disagio - lo sventrato fondovalle e, attraversato il torrente alla meno peggio, raggiunsi in breve tempo i dossi erbosi dominati da un vecchio ricovero militare abbandonato. Da lì, su sentiero ben marcato, proseguii per il Pian dei Morti (2362 m.), un pianoro denominato così in seguito ai numerosi militari italiani morti per mano di francesi durante l'ultima guerra mondiale.
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In vetta all'Argentier |
Poco prima del Colle, 50 metri a destra dopo una palina indicatrice, incomincia ad attaccare i prati erbosi per scavalcare la dorsale sotto il Roc de Jany e raggiungere il sentiero di avvicinamento alla cresta che conduce alla Punta Nera, la vetta dominante Bardonecchia, meta della mia escursione. Oltre la quota 2600 i prati si trasformarono in terreno detritico di rocce in sfacelo. Raggiunsi così sul colletto detritico tra le due cime della Punta. Volsi a sinistra per raggiungere il primo corno - segnalato da una semplice palina di plastica - e proseguii sulla cresta per toccare la quota 3046 del Mont Argentier, in territorio francese. Dopo una breve pausa per contemplare le alte vette francesi ed il Colle del Frejus, ritornai al primo corno e proseguii, sempre in cresta, per il secondo corno della Punta Nera, ben segnalato da una semplice croce di ferro fissata da quattro lunghi tiranti d'acciaio.
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In cima alla Punta Nera |
La discesa avvenne lungo l'itinerario di salita fino a quota 2600. Dopodiché decisi di discendere direttamente i dossi erbosi fino a fondovalle evitando il Pian dei Morti e aggirando la caserma militare abbandonata. Incrociai così una curiosa sterrata che, a mezzacosta, conduce nei pressi delle grangie sottostanti in direzione della Valle del Frejus. Passata una galleria di una decima di metri ed un tratto direttamente sottratto alle pendici del monte come fosse una grossa gengia rocciosa, giunsi sulla verticale della chiesetta, che raggiunsi in fretta con ripida discesa per pascoli.
In sintesi: progressione in fondovalle da dimenticare, seconda parte in alta quota sempre suggestiva.
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