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La filosofa dell'Università di Lugano |
Tanti morti sulle Alpi. Da 2 al 16 agosto 2013 infatti, sono già 23, tra escursionisti e alpinisti, le vittime sull'arco alpino. Un articolo di Enrico Martinet apparso su
La Stampa del 17 agosto inizia con un lapidario monito: "Ripensare". E continua: "Il numero di morti sono la tragica conseguenza di una forte concentrazione, un 'mordi e fuggi' ormai consueto del periodo di ferie che s'infila nella statistica, nella semplice equazione più gente più possibilità di incidenti. L' 'alpinismo di pista', come è stato definito da Reinhold Messner, per immediata corrispondenza con la montagna dello sci e delle masse, vive un paradosso: tanti decaloghi di sicurezza, eppure tanti incidenti. Questo andar per i monti... è figlio di una 'cultura del rischio e non del pericolo', come sottolinea la filosofa dell'Università di Lugano Francesca Rigotti. Il pericolo è oggettivo, è prerogativa della montagna e nulla può eliminarlo, mentre il rischio è soggettivo ed è sposato con l'altro concetto capovolto, quello del limite. 'Era una gabbia, il limite - dice Rigotti -, ora è un obiettivo perfino da superare'.
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