giovedì 22 agosto 2013

P.ta Chalanche Ronde (3042 m.), la Punta (3046 m.) e P.te des Rochers Charniers (3067 m.)

Verso il Passo dell'Asino
In Alta Val di Susa, sopra Oulx, si possono esplorare tre punte, tutte sopra i 3000 metri, facilmente concatenabili con una comoda passeggiata in quota. Ma per arrivarci... bisogna faticare. Sono tre punte facenti parte del gruppo dello Chaberton: la Punta di Chalanche Ronde (3042), la Punta (3046) e, in Francia, la Pointe des Rochers Charniers (3067).
È possibile partire da diversi punti, da Claviere, da Monginevro ma, la mattina nebbiosa del 21 agosto 2013, scelsi di partire da Pourachet, una località raggiungibile con una discreta sterrata da Vazon (frazione di Oulx). Fermata l'auto al bivio per la Modonna di Cotolivier, a quota 2030 circa, si prosegue a mezzacosta in direzione Pourachet per qualche chilometro in piano. La stradina - indicata sulle carte con la sigla B1/UF/601b - diventa sentiero e percorre i boschi del lungo Plan de la Selle (possibili avvistamenti di daini, marmotte e, cosa veramente emozionante, qualche aquila che qui si sente evidentemente al sicuro anche a bassa quota), sotto la ben visibile Croce di S. Giuseppe. In breve tempo si giunge sotto ciò che rimane del Ricovero Rocchette, una costruzione di cemento incastonata sotto un torreggiante cono di pietra. Qui il sentiero si divide in due: a destra si sale al Pas du Desertes ma per raggiungere le tre punte occorre svoltare a sinistra. Qui il sentiero perde un po' di quota per poi risalire al Colletto del Lago di Desertes (2271). Dal Lago inizia l'assalto al Passo dell'Asino: una salita dura di circa 700 metri di dislivello su una pietraia bianca (che quel giorno, avvolta nella nebbia, sembrava essere lattiginosa) che ricorda tanto i paesaggi dolomitici. Si risale la pietraia dal lato orografico sinistro del vallone con rapidi zigzag, alcuni traversi che riconducono al centro del vallone e più facili tratti su spalle erbose.
Panoramica sulla Valle di Susa
A quota 2500 circa, quel 21 agosto, spuntò finalmente il sole tra le nebbie e mi permise di vedere, per la prima volta, la valle di Susa sottostante ed il Passo dell'Asino a monte (a quota 3000).
La traccia, che fino a quel momento mi guidò con ometti ogni 20 metri, si fece più incerta fino a perdersi. Così, invece di procedere in direzione del passo, svoltai a destra per risalire il ripido versante che termina al passo definito Pas de Chalanche Ronde, tra l'omonima vetta e la Rocca del Lago (2736).
Un tratto della Crete Grandes Becs
Da qui ha inizio la Crete Grandes Becs, una cresta con passaggi anche di II grado, che conduce al Chalanche Ronde. Sulla vetta si trova una croce di legno con il nome e la quota della punta, un rullo di preghiera tibetano addobbato con bandierine colorate di tipo himalayano e un libro di vetta ben protetto in un cilindro di plastica dura.
Il panorama è spettacolare, a 360 gradi: dal lontano Monviso fino alle vette della Val d'Aosta, dalla Val di Susa e del Chisone fino alla Barre des Écrins e alle vette del Delfinato.
Si scende dalla Chalanche Ronde e si raggiunge il Passo dell'Asino (3000) per poi risalire verso la Punta (sembra strano ma è denominata così, la Punta e basta, su tutte le carte) di qualche metro più alta della precedente. Qui in vetta è possibile 'ammirare' solo un piccolo cippo di cemento con la scritta "F 1947".
La vetta della Punta Chalanche Ronde
Proseguendo ancora lungo la linea di cresta si arriva così alla P.te Rochers Charniers (3067), punta segnata da un semplice ometto di pietre (fatto pure male) e un tondino di ferro completamente arrugginito.
Il ritorno, bissata la Punta, avviene giù dal Passo dell'Asino e poi per la stessa traccia percorsa salendo.
In conclusione, la parte più interessante della gita è data proprio dalla cavalcata sulla Crete Grandes Becs. Dal Passo della Chalanche Ronde la cresta è prima erbosa, poi rocciosa e, dopo un breve tratto esile, presenta un grande torrione da scalare con attenzione data la presenza di roccia molto rotta e delicata. Si prosegue la larga cresta detritica fino a giungere al breve salto roccioso sotto la vetta, da affrontare con breve arrampicata.

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