Il varesino Fasana, pioniere dell'alpinismo (1886-1972) |
"La serietà dell'alpinista puro è inesorabile come quella di Don Chisciotte; ma una cosa dell'hidalgo forse gli manca: la finissima inconsapevole ironia...
Il carattere dell'alpinismo è chisciottescamente individualista. Anche quando ragionano fra di loro, gli alpinisti fanno dei monologhi come l'hidalgo; e quando giunge l'ora d'impegnarsi a fondo, partono più o meno da soli come il vero Don Chisciotte" (Alpinismo puro e chisciottismo, 1934).
"Due cose sono, fra l'altro, dannose durante un'ascensione: tacere se è tempo di parlare o parlare se è tempo di tacere...
Un buon alpinista deve avere due qualità: la prudenza e l'imprudenza. Così, dinanzi ad un ostacolo grave o ad un pericolo incombente deve sorvegliarsi, come se tutto dipendesse dalla sua attenzione, e, nello stesso tempo non deve pensarci, come se nulla ne dipendesse. La sola previdenza necessaria è di capire che non si può prevedere tutto" (Sintesi epigrammatiche, 1935).
"Non pretendo di spiegar nulla ma è un fatto che nella nostalgia si fondono ragione, sentimento e istinto... Se una è la nostalgia, molte ne sono le specie". Gli alpinisti sono dunque presi dalla "nostalgia delle imprese non compiute, delle grandi cose intravedute. È la nostalgia dell'impossibile" (Breve saggio sulla nostalgia).
* testi tratti dall'articolo "Montagne di parole: gli aforismi alpinistici di Eugenio Fasana" di Carlo Caccia su Montagne360, ottobre 2013.
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