sabato 26 agosto 2017

Becca di Nana o Falconetta (3010 m.)

Scorcio sulla Val d'Ayas
La Bec de Nanaz (o Falconetta), una delle splendide cime dello spartiacque tra la Val d'Ayas e la Valtournenche, è un 3010 m. di grande respiro situato in un punto strategicamente panoramico sui ghiacciai del Rosa, sul Breithorn, sul Castore e, nei giorni sereni, sulla cuspide del Cervino. Partiti in una calda mattinata del 25 agosto del 2017 da Mondriou (1831 m.), una frazione del comune di Ayas poco oltre Antagnod, siam giunti in vetta in poco meno di 3 ore senza perdere mai il sentiero di salita: proprio la pulizia del sentiero potrebbe essere la ragione per cui sul web questa cima viene da qualcuno classificata come E. In realtà non si tratta di una passeggiata ma di una vera e propria ascensione ad un 3000 di tutto rispetto. Parcheggiata l'auto nei pressi della frazione, si imbocca un vicoletto posto a sinistra della chiesetta (qui la palina gialla dei sentieri indica 3.15 ore come tempo di percorrenza) che, attraversata una breve zona boscosa, conduce ad un pratore assolato. Il sentiero, contrassegnato da frecce gialle e numerato 3, dopo aver intersecato il Canale Courtod, conduce in breve tempo ad una prima alpe, l'Alp Metzan (2016 m.). Da qui si scorge in alto a sinistra la piccola chiesetta Notre Dame di Montagnards appollaiata su un panoramico sperone. Il sentiero prosegue dolcemente con un lungo traverso in direzione della chiesetta, posta a pochi metri dall'Alpe Vascotchaz (o Vascoccia), a quota 2250. Qui occorre tralasciare il sentiero 3 che conduce al Colle di Vascoccia (e più oltre al Colle di Nana) per proseguire a sinistra lungo la diramazione 3A. Raggiunta l'Alp Planpera, un evidente asse di legno con la scritta "Falconetta" indica il giusto percorso di salita. Il sentiero conduce quindi all'interno di un verde valloncello che, con qualche ripido strappo in direzione nord-est, conduce l'escursionista fin sotto una bastionata rocciosa, preludio di vetta. Raggiunto un colletto sul crestone, in 20 minuti si arriva in vetta in direzione nord.
Croce di vetta
In cima troviamo un'alta croce mettalica ed un piccolo altare in pietra, manufatto a ricordo dei 18 alpini morti in un incidente nel 1954. Con qualche passo in più verso nord è possibile guadagnare la vera cima del Falconetta, per uno sguardo panoramico libero da ostacoli.
Sotto di noi, sul versante della Valtournenche, una femmina di stambecco accudisce il suo cucciolo. Sopra le nostre teste, due rapaci volano con ampi cerchi in un'emozionante gioco aereo fatto di incroci e di spirali. Il vento ci obbliga ad indossare le giacche e le nebbie salgono veloci dal fondovalle. Dopo le rituali foto di vetta ed un rapido pasto, le previsioni meteo ci spingono a ridiscendere velocemente per lo stesso percorso di salita.
Poco prima di raggiungere la bastionata rocciosa abbiamo modo di osservare da vicino la coppia di stambecchi che nel frattempo si era spostata sulla Val d'Ayas... pochi istanti ma sufficienti per comprendere chi siano veramente i veri padroni di queste terre alte!
Equilibrismi
Torniamo portandoci a casa il ricordo di una bella punta, di verdi vallate, di panorami infiniti fatti di ghiacci perenni (speriamo ancora per molto!) e di graziose creature che popolano questi mondi. In discesa, due falchi ci accompagnano lungo il tragitto, un ultimo saluto da questa montagna che non a caso si chiama Falconetta: già nel 1928 il testo Vallée de Challand considerava la Becca di Nanaz territorio a loro caro.
E per finire, la preghiera posta all'interno dell'altare trovato in cima, a memoria di tutti gli alpini morti in montagna:
"Dio del cielo, Signore delle cime, un nostro amico hai chiesto alla montagna. Noi ti preghiamo: su nel Paradiso lascialo andare per le tue montagne. Santa Maria, l'alpino che è caduto ora riposa nel cuor delle montagne. Noi ti preghiamo: ogni stella alpina, un ricordo su per le montagne".

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