giovedì 25 luglio 2019

Rocca la Marchisa W-E (3074 m.)

Se un satellite volesse inquadrare l'escursione fatta il 24 luglio 2019 dovrebbe prima puntare le Valli di Cuneo, poi ingrandire sulla Val Varaita, deviare leggermente sulla Valle di Bellino e focalizzarsi sulla località S. Anna di Bellino: qui ha inizio la salita alla Rocca la Marchisa, un 3000 sullo spartiacque con la Val Maira, contornata da colli e al centro di una corona formata dai monti Faraut, Chersogno e dal Pelvo d'Elva.
Camminando sulla Grange di Traversagn
Dalla chiesetta di S. Anna, oltrepassato il ponte in legno (1852 m.), si imbocca a sinistra un'ampia strada sterrata che conduce sui pianori della Grange di Traversagn, tra i 2200 ed i 2300 m. di altitudine. Non ci si può sbagliare poiché un cartello indica le direzioni per il Colle di Vers e per la Marchisia con indicazione molto generose: 3 ore e 55 minuti, infatti, paiono davvero troppi.
La sterrata termina a quota 2335, nei pressi di alcune baite, con un bivio a T. Una palina avvisa: per la Marchisa proseguire diritto sulla traccia che si inerpica dolcemente lungo una serie di dossi erbosi. Più che una traccia, in realtà, si tratta di un sentiero ampiamente battuto e sempre perfettamente visibile, segnato dal traffico e dalle acque. Risalendo il sentiero, tenendo costantemente alla propria sinistra le Rocce Castel Bernard, si giunge così al Colle di Vers (2862 m.).
Verso il Colle di Vers
Al Colle occorre abbassarsi leggermente di qualche metro sul lato della Val Maira per contornare la base della cresta rocciosa della Rocca posta alla propria sinistra. La traccia resta facilmente visibile e comunque è sempre ben segnalata da tacche rosse e ometti. Il terreno ora si fa più detritico e roccioso.
Si risale quindi il pendio di sfasciumi che conduce verso un primo colletto ovest della Rocca e si raggiunge un ripiano sassoso da cui è possibile scorgere le due vette della Rocca, entrambe contrassegnate dalla presenza di una croce di ferro.
Un ultima risalita su sfasciumi e pietraie e si giunge al colletto che divide le due cime.
Quella Ovest è la più alta (di due metri) e anche la più rocciosa. Quella Est la più comoda ed anche dotata della croce più grossa.
La cima Ovest
Arriviamo in cima dopo 3 ore ed un quarto, comprese le pause, dopo aver risalito questi 1250 metri di dislivello, contenti dell'escursione ma anche provati dal caldo della mattinata. Dalla vetta il panorama avrebbe dovuto essere spettacolare. Dico "avrebbe" perché, in realtà, per noi ci fu solo tanta nebbia proveniente dal fondo valle.
Quella nebbia che ci impedì, inizialmente, di vedere i nuvoloni che si addensavano sul lato francese.
Dopo una mezz'oretta in cima decidiamo di scendere, giusto in tempo per lasciarci alle spalle i pendii detritici di sfasciumi della Rocca e farci sorprendere dalla grandine su terreno molto meno scivoloso come quello del Pian di Traversagn. Dopo la lunga camminata sullo sterrato divenuto fango, dopo la corsa verso il Rifugio Melezè per un meritato caffè, rimane il ricordo di una meravigliosa Valle di Bellino, bella, e forse soprattutto, sotto la pioggia estiva.

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