La "punta degli sprofondi". Sarebbe questo il paradossale nome di un Picco francese di 3081 m. chiamato Pic de Foréant o Pointe des Fonzes, dalla voce provenzale
founzo, "profondo". Il riferimento topografico, probabilmente, potrebbe alludere alla posizione rispetto alle conche dei laghi Eychassier (incastrati) a ponente della cima.
Siamo dunque in uno dei valloni laterali degli affluenti del Guil, nel Parc Naturel Régional du Queyras, il Vallon Aigue Agnelle.
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Vista panoramica da quota 2800 |
Svalicato il Colle dell'Agnello (2748 m.), si prosegue per circa 5,5 km lungo la D205, una strada sempre impeccabilmente ben asfaltata seppur percorribile solo nel periodo estivo. Superato il Réfuge Anel (2580 m.) si parcheggia in una piazzola a bordo strada in corrispondenza del taglio inciso dal piccolo torrent du Devez, a circa 2270 m. di quota. Abbandonata così la macchina sotto un sole già cocente, la mattina del 5 luglio 2020, cominciamo a risalire l'erbosa sponda alla destra orografica del corso d'acqua, senza un percorso obbligato. Questa sarà la costante di tutta la prima parte dell'escursione: spalle erbose, spalle erbose e ancora spalle erbose fino ai 2600 m.
Dopo l'erba, la pietra. Si giunge ai piedi della vasta Casse Ronde, la pietraia che avvolge l'ondulato versante SO. Qui si piega a destra, in direzione E, e si punta un piccolo colletto che sormonta le sponde del Lac de Derrière la Roche, a 2736 m.
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La vetta vista dalla cresta |
Superato di slancio l'avvallamento detritico a monte del laghetto ci si porta alla base rocciosa dell'avancima del Picco. A questo punto occorre flettere prima in diagonale verso destra, poi puntare direttamente la ripida e faticosa china che conduce in cresta, sullo spartiacque che divide il vallone Aigue Agnelle dal vallone Bouchouse.
Da qui, con un breve tracciato verso sinistra, si raggiunge rapidamente l'avancima, segnalata da un piccolo ometto di pietre, che fronteggia l'aguzza e rocciosa vetta.
Superata l'avancima, si giunge ad un sella posta alla base del becco roccioso; una traccia detritica aggira, verso sinistra, le roccette ed i detriti sul versante O. Poi, piegando a destra, si raggiunge con gli ultimi passi la cima del Pic a quota 3081 m., una torretta di rocce metamorfiche in gran parte calcesciti.
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Segnale di pietrame sulla vetta |
In vetta, ad aspettare l'escursionista, un'affusolato, storto e piramidale segnale di pietrame ed un panorama mozzafiato: a O l'elegantissima Crête de la Taillante, una calcarea cresta dentellata, tagliente come una "lama di coltello" appunto, con le sue grandiose bancate inclinate; e poi le grandiose cime che chiudono la testata del Vallone, le Grand Queyras, il Pelvoux, il Monviso.
Dopo la goduria del panorama di un bel giorno di vento e sole, la discesa.
Per un circuito ad anello, occorre ritornare sui propri passi per poi proseguire lungo il sentiero di cresta che scende puntando regolarmente in direzione del Colle dell'Agnello. La traccia, sempre ben visibile e regolare, percorre lo spartiacque consentendo un bellissimo panorama sul Lac Foréant (2618 m.) e sulla testa del Vallon Bouchouse che termina sotto l'imponente mole del Pan di Zucchero (3208 m.).
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Panoramica sulle creste dello spartiacque |
Giunti sul Colle de l'Eychassier, prima delle severe Creste, di piega a destra e di ridiscendono i pendii pratosi fino al parcheggio del Réfuge Agnel. Con qualche km. lungo la D205, possibilmente tagliando i tornanti per prati, si giunge così al punto di parcheggio, per un dislivello che va, a seconda del punto di partenza rispetto alla strada, dagli 800 ai 1000 m. effettivi.
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