Oggi, 22 aprile 2014, Giornata della Terra. Un'occasione per ricordare quanto il Sella scrisse dopo nei giorni immediatamenti successivi alla sua salita al Monviso:
"Gli abitanti del Nord riconoscono nella razza latina molto gusto per le arti, ma le rimproverano di averne pochissimo per la natura. Veramente chi avesse visto le nostra città pochi anni or sono, e considerata, ad esempio, la guerra spietata che si faceva alle piante, e il niun conto in cui si tenevano le tante bellezze naturali che ci attorniano, avrebbe potuto convenirne. Però da alcuni anni v'ha grande progresso. Bastino in prova i giardini di che Torino e Milano cominciano ad ornarsi. Oltre a ciò ogni estate cresce di molto l'affluenza delle persone agiate ai luoghi montuosi, e tu vedi i nostri migliori appendicisti, il Bersezio, il Cimino, il Grimaldi, intraprendere e descrivere le salite alpestri, e con bellissime parole levar al cielo le bellezze delle Alpi. Ei mi pare che non ci debba voler molto per indurre i nostri giovani, che seppero d'un tratto passare dalle mollezze del lusso alla vita del soldato, a dar piglio al bastone ferrato, ed a procurarsi la maschia soddisfazione di solcare in varie direzioni e sino alle più alte cime queste meravigliose Alpi, che ogni popolo ci invidia. Col crescere di questo gusto crescerà pure l'amore per lo studio delle scienze naturali, e non ci occorrerà più di vedere le cose nostre talvolta studiate più dagli stranieri, che non dagli italiani" (dalla Lettera a Bartolomeo Gastaldi scritta da Quintino Sella nel 1863).
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