Alla fine della Val d'Ala, una delle tre principali Valli di Lanzo, c'è un piccolo paese, Balme, e alla fine di quel piccolo paese, c'è un bellissimo pianoro a quota 1780, il Pian della Mussa. Su quel piano non ci sono solo gli stabilimenti dell'acqua minerale ma anche favolosi sentieri che conducono alle terre alte. Uno di questi porta al rifugio Gastaldi: praticamente una
scala tibetana che ha inizio nella parte bassa del Canal delle Capre e conduce al
Pian del Morti (2300), al Pian Gias e fin sul colletto finale dove sorge il super-rifugio del CAI (sez. di Torino), sull’ampia conca del Crot del Ciaussinè, di fronte alle Bessanese (2659 m.). Tempo
totale di salita: 2 ore e mezza o anche meno.
Il valloncello che conduce alla Punta Adami
Il Gastaldi, dunque, un rifugio davvero grande: 99
posti (così si dice), una cucina spaziale, wi-fi ed altri notevoli confort.Noi stessi, il 21 giugno 2014 abbiamo potuto sperimentare le gioie della cucina 'gastaldiana': due primi, due
secondi, vino, dolce e caffè ammazzacaffè. Da lì, il mattino seguente, è possibile puntare ad un 3000 escursionistico davvero panoramico: la Punta Adami. Si scende giù nella conca - perdendo così una cinquantina di
metri - e si risale la morena, che delimita i resti del ghiacciaio della Bassanese, sul filo di
cresta. Giunti al termine della cresta morenica si arriva ad un grosso masso,
punto caratteristico per chi decide di attaccare lo spigolo roccioso della
Bessanese. Si oltrepassa il dosso e si scende per massi fino
ad un colletto che conduce ad un valloncello. Di qui occorre risalire fino al colletto
che si trova poco prima del crestone della Punta Adami. Avendolo fatto a giugno, ovviamente, noi ravanammo per un paio d'ore. Raggiunto il colletto, si risale il pendio che conduce alla cresta dell’Adami su sfasciumi e detriti. Lì le
fatiche della salita terminano. Dopo
le foto di rito ed una pausa rigenerante, si ritorna generalmente per la medesima via, con in più, i 'mistici' ricordi della Ciamarella, della Bessanese, della Punta Collerin...
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