giovedì 10 luglio 2014

Il rifugio Vaccarone (2747 m.)

Il rifugio Vaccarone

Se in città soffocate di caldo e non avete in casa un bel terrazzo da cui rimirare, potete salire al rifugio Vaccarone e godere da lassù, dai suoi 2747 m., di una vista spaziale sulla Val di Susa, sulla città di Torino e pure oltre. Volgendovi a monte poi, potrete ammirare uno dei più selvaggi gruppi delle Alpi piemontesi, il gruppo dell’Ambin. Arrivarci, è bene dirlo, non sarà semplice. Si parte da molto basso, dalle case superiori di Giaglione o dalle Granges di Chiomonte, o da molto lontano, dal rifugio Levi-Molinari o dal Colle del Piccolo Moncenisio, passando per il Colle Clapier: percorsi di 4-5 ore, o anche più, a seconda delle velocità.
L'ultima fatica
Troverete lassù, nei pressi del lago dell’Agnello, un rifugio con una lunga storia. Costruito nel 1900 dal Cai di Torino - e dedicato all’Avv. Vaccarone, uno dei 200 firmatari dell’atto di fondazione del Cai nel 1863 - chiuso nel 1997 ed infine, grazie alla cessione al Cai di Chiomonte, riaperto nel 2012: 15 posti letto, tutti in un’unica camerata al piano superiore, e una cucina genuina e ben curata, impreziosita dalla fatica di chi se l’è portata in spalle: Nino, il rifugista.
 Il Vaccarone è una delle tappe storiche del Tour dell’Ambin, insieme ai rifugi Ambin, Levi-Molinari e Petit Mont-Cenis. Su queste montagne probabilmente posò gli occhi Annibale, ‘esodarono’ i Valdesi , cacciarono contrabbandieri e pastori, spararono i militari della seconda guerra mondiale, si ‘battezzarono’ le prime imprese di Coolidge.
La cresta dei Denti d'Ambin
Ma non solo traversate. Avrete anche la possibilità di effettuare fantastiche ascensioni, escursionistiche ed alpinistiche: la Rocca d’Ambin (3377 m.), la Punta Ferrand (3348 m.), i Denti d’Ambin (3371 m.) ed il Monte Niblè (3365 m.).
Noi, il 9 luglio 2014, vi abbiamo trovato un mondo antico e potente, fatto di mulattiere e pianori, pascoli e valloncelli, pietraie e bastionate rocciose e, più su, laghetti, rocce montonate, creste moreniche e qualche ‘muretto’ alpinistico. E poi tambecchi e camosci... Ma attenzione al meteo. Il giorno seguente, quello stesso mondo, si era trasformato in un mondo 'artico': vento forte, bufere di neve, freddo intenso e nebbia, tanta nebbia. Le due foto sottostanti sono state fatte sulle rive del Lac de Savine, ad un giorno di distanza...
Lac de Savine, ore 16.00 del 9 luglio
Lac de Savine, ore 10.00 del 10 luglio

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