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La Conca di Pila vista dal Testa Nera |
Una delle più belle escursioni in Valle d'Aosta è certamente quella alla Punta della Valletta, un 3090 m. posto sulla testa della Conca di Pila, un 3000 agevolato dalla possibilità di salire in seggiovia fino a 2300 m. di quota circa. Lasciata l'auto nel piazzale antecedente al sottopassaggio del paese, infatti, si può salire a piedi i 1300 metri di dislivello o lasciarsi comodamente aviotrasportare in quota dalla seggiovia di Chamolé. Il 23 agosto 2016, in ritardo sulle consuete abitudini e per niente attratti dai pratoni ricoperti di cannoni sparaneve, abbiamo preferito pagare pedaggio per poi cominciare a scarpinare dopo i boschi dominati dalle piste da sci del noto comprensorio. Scesi dalla seggiovia, abbiamo puntato direttamente alla cresta che in linea diretta conduce sul Testa Nera, una montagna posta tra il Col di Chemolé e la nostra Punta. In poco più di un'ora eravamo in vetta (2819 m.).
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Croce di vetta del Testa Nera |
Dopo una breve sosta, proseguendo a destra per chi sale da Pila, abbiamo percorso l'intera cresta che conduce alla Punta, sormontando il Mont Belleface (2970 m.), prima su facile crinale erboso (contrassegnato con il numero 19a), dolce e sempre ben segnato con frecce gialle, poi con qualche tratto di pietraia mai difficile e mai esposta. Il tratto finale, su roccette, conduce rapidamente in vetta alla Punta Valletta dove attende l'escursionista una grossa croce metallica, un libro di vetta, ed una insolita preghiera, la preghiera dell'alpino. Dalla Punta è facile rendersi conto della straordinaria panoramicità del luogo: la Conca di Pila e la valle di Cogne, il Monte Bianco, il Rosa (un po' nascosto), il Cervino, la Grivola, il Gran Paradiso, l'Emilius (il grande monte roccioso che all'alto dei suoi 3559 m. scruta il camminatore lungo tutto il suo percorso), il Gran Combin, tantissime altre vette minori ed i grandi ghiacciai della Val d'Aosta... Dopo una meritata sosta e le foto di rito, siamo scesi lungo la ferrata che conduce al Col Tsa-Seche (2820 m.). Parliamo di ferrata perché trattasi proprio di questo: una ferrata con semplici passaggi (nonostante l'esposizione in alcuni punti) in alta quota, divertenti cenge un poco esposte, facili roccette e qualche passaggio di II grado, quasi sempre sul lato della Valle di Cogne.
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La croce di vetta della Punta della Valletta |
Giunti sul Col Tsa-Seche, imbocchiamo un ripido sentiero (contrassegnato con il numero 22) che conduce rapidamente a valle passando dal Pian de Leyve e scivolando poi giù lungo l'erba alta delle piste da sci, fino a Pila. In "men che non si dica", ritroviamo l'auto nell'enorme piazzale di Pila, un parcheggio così grande che la dice lunga sullo sfruttamento turistico di queste località, soprattutto d'inverno.
E ora, ci piace finire recitando la suddetta preghiera dell'alpino, anche se il cartello posto sulla croce della Punta risulta essere spezzato in tutti e quattro gli angoli:
"Sulle nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi ove la Provvidenza ci ha posto a baluardo fedele delle nostre contrade, noi, purificati dal dovere pericolosamente compiuto, eleviamo l'animo a Te, o Signore, che proteggi le nostre mamme, le nostre spose, i nostri figli e fratelli lontani, e ci aiuti a essere degni delle glorie dei nostri avi. Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi, salva noi, armati come siamo di fede e di amore. Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta, dall'impeto della valanga; fa che il nostro piede posi sicuro su le creste vertiginose, su le diritte pareti, oltre i crepacci insidiosi; rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana. E Tu, Madre di Dio, candida più della neve, Tu che hai conosciuto e raccolto ogni sofferenza e ogni sacrificio di tutti gli Alpini caduti, Tu che conosci e raccogli ogni anelito e ogni speranza di tutti gli Alpini vivi ed in armi, Tu benedici e sorridi ai nostri Battaglioni e ai nostri Gruppi. Così sia".
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