martedì 24 luglio 2018

Monte Faraut (3048 m.)

Il monte Faraut è una panoramica vetta posta sullo spartiacque tra la Val Maira e la Val Varaita. Il 23 luglio 2018, dopo quasi due anni di assenza in questa spettacolare valle, abbiamo deciso di salirla tutta d'un fiato, sicuri che nel pomeriggio avrebbe piovuto. Così, partiti poco dopo le 9 dalla chiesetta di S. Anna di Bellino (1830 m.), ci siamo incamminati lungo la carrareccia che si inoltra in direzione del Pian Ceiol, con cielo sereno e sole caldo. Superato il ponte e giunti sul Pian, proseguiamo su bel sentiero lungo la gola delle Barricate (che sembrano essere state riassettare da poco). Giungiamo così ai piani superiori, pratoni di anemoni e genzianelle punteggiati di baite su entrambi i lati, dove il primo partecipante della Ironbike 2018 ci sfreccia sotto il naso. Scopriremo più tardi che, proprio oggi, la faticosa edizione organizzata per gli amanti delle corse a tappe in alta montagna, passa dal Monte Bellino.
All'altezza della Grange dell'Autaret incontriamo la prima palina indicatrice: proseguendo sulla destra per l'U27 si arriva al Colle dell'Autaret, e la cosa non ci interessa; virando a sinistra sull'U28 si sale al Colle di Bellino, e questa è la nostra direzione. Nel frattempo, un manipolo di ciclisti scavezzacolli ci incrocia in scioltezza. Dalla base del vallone vediamo le sagome di coloro che stanno guadagnando la cima del Bellino con le bici sulle spalle, le prodezze di coloro che già si stanno buttando giù lungo il sentiero Gta che porta a fondovalle, l'elicottero della manifestazione che sorvola l'area filmandone le gesta...
Ci incamminiamo, dunque, lungo l'U28 rimanendo sul bordo del sentiero per non essere travolti dalla ciclistica foga, fino ad una traccia che, sulla sinistra, rimonta in diagonale, su terreno detritico, l'anfiteatro formato dalle pendici del Bellino e del Buc Faraut, puntando una palina della stazione idrometeorologica posta sulla Colletta (2804 m.). Qui lo sguardo può finalmente spaziare sulla sottostante Valle di Traversiere che sale dalla Val Maira.
Bunker della Vallo Alpino
Scopriamo così le vestigia di una passato bellicoso. Sull'ampio filo di cresta troviamo prima una casermetta militare diroccata, poi una serie impressionante di bunker, infine, l'ex Capanna Carmagnola, in abbandono ed in evidente stato di degrado. Questa vecchia caserma militare, era stata addirittura adottata e riadattata dalla sezione CAI di Carmagnola come rifugio alpino (non custodito), con circa 12-14 posti letto; le relazioni degli anni 90 ancora ne davano notizia. Oggi, del suo passato, non ne rimane memoria.
Dalla Colletta, ad ogni modo, intravvediamo la mèta della nostra escursione, il Monte Faraut. Prima però, saliamo uno dei due apici del Buc (2914 m.). Da qui, dopo uno sguardo sul vallone appena rimontato, scendiamo lungo il filo di cresta fino alla traccia che traversa sulla destra il lungo crinale che conduce al Monte.
La lunga cresta che conduce al Monte Faraut
Sul crinale, superiamo una serie di sellette, un semplice sperone roccioso, l'anticima della vetta e giungiamo rapidamente in cima (3048 m.) dove ci attende l'elegante croce metallica del Faraut.
Cime della Val Varaita

Qualche foto, una dedica sul libro di vetta, uno sguardo al Monviso (coperto) e alle cime già visitate in precedenza (il Mongioia ed il Salza, il Ferra e, dalla parte opposta il Chersogno), due panini ed uno sguardo al cielo: sulle nostre teste ora, la nuvola che ci aveva seguito inoffensiva nella nostra ascensione, pare nera e carica di acqua. Scendiamo rapidamente, dunque, lungo lo stesso tragitto, cullando i pensieri di sempre: "ma quanta strada abbiamo fatto sta mattina"? Grazie al cielo, nonostante i timori, giungiamo alla macchina stanchi ma asciutti. L'applicazione dello smartphone ci dà la misura dei chilometri percorsi: oltre 9 i km andata, dunque più di 18 i km totali coperti.
In vetta al Faraut

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