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Cascata di Pila |
Come molti sanno, la Valle d'Aosta non è solo il Bianco e il Cervino. Per chi arriva a Cogne, oltre la frazione di Gimillan (a 3 km dal capoluogo e a quota 1787 m.), potrebbero spalancarsi le porte di un mondo incantato, porte che conducono ai piani superiori del vallone di Grauson, "sito di interesse comunitario" dal 1992, con le sue baite abbandonate, i suoi torrenti impetuosi e le sue creste sinuose. Poi, naturalmente, le sue alte vette rocciose, di cui una dozzina oltre i 3000.
Lasciata l'auto nei pressi di un ponticello in legno che attraversa il torrente, si imbocca il sentiero numero 8 che risale i pratoni dietro il paese e prosegue poi a mezzacosta. Oltrepassato il panettone alle spalle di Gimillan, si scende fino ad arrivare ad un secondo ponticello in legno che attraversa il torrente Grauson a quota 1925, in località Ecloseur.
Da qui si comincia finalmente a salire, tra boschi e prati, su bel sentiero, sempre ben segnato ed evidente. Dopo una prima scalinata si giunge ad un bivio, segnalato da un cartello: a sinistra per la cascata di Pila, dritto per l'Alpe Grauson vieux. Si consiglia vivamente una visitina di 10 minuti alla cascata, un bel salto d'acqua rinfrescante.
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Alpe Grauson vecchie |
Si giunge così sul pianoro prativo su cui sono adagiate le baite abbandonate dell'Alpe Grauson vieux, un gruppetto di casette in pietra poste alla base della Testa Pra di Ler. Una croce segna il punto ed una palina indicatrice orienta a destra gli escursionisti diretti al Monte Creya o al Passo d'Invergneux e a sinistra quelli diretti ai Laghi di Lussert o al Colle Saint Marcel. Il sentiero, dunque, corre sul pianoro, poi vira leggermente verso destra rispetto all'Alpe, e si infila nel valloncello tra la Testa Pra di Ler ed il Creya. Con alcuni tornanti, si risalgono i pendii erbosi sui quali si affaccia l'Alpe Grouson nouveau, poche casette a quota 2500, impreziosite da una freschissima sorgente.
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Colle Saint Marcel |
Superata l'Alpe nuova il sentiero, con qualche tornante ed un ampio traverso ascendente, risale il pendio erboso e conduce ai piani superiori, caratterizzati dal bel Lago Coronas, a quota 2700. Qui, per ogni eventualità, il percorso comincia ad essere segnalato anche da evidenti ometti con bolli e frecce gialle. Senza giungere al lago, visibile solo dopo qualche metro di ascesa, si risale il pendio erboso che conduce al Colle di Saint Marcel. Una volta giunti sul Colle (2916 m.) è possibile far scivolare lo sguardo sull'ombrosa mole del Monte Emilius, sul peso della Punta Tersiva e, naturalmente, sulle ghiacciate pendici del Gran Paradiso. Per la nostra mèta, ora, occorre incamminarsi in direzione SE lungo la "cresta del Tessonet", una puntina posta tra le Punte Gianni Vert (3148) e Tersiva (3512).
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La lunga Cresta del Tessonet dalla Punta di Laval |
Una traccia sulla sinistra consente di evitare un primo risalto roccioso e prosegue erbosa e detritica sul filo di cresta. Con una facile camminata in cresta, dunque, dopo un paio di aggiramenti e qualche risalita su terreno un po' instabile, si giunge rapidamente ad un primo vertice, segnalato da una semplice pietra posta verticalmente, ed ad una seconda puntina segnalata addirittura con una rudimentale ammucchiata di sassi: tutto un po' deludente, ma comunque comprensibile, vista la presenza di punte ben più rinomate ed ambite nella zona. Vi siamo giunti il 22 agosto 2018 in una giornata nuvolosa ma, per fortuna, non calda.
Per il ritorno, consigliamo di scendere per lo stesso tragitto, al limite tagliando un po' il sentiero per pratoni: in questo caso occorre tenere il lago come punto di riferimento e poi riguadagnare il sentiero dall'Alpe in giù.
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