|
Sommet de la Nunda da Plan des Trois Fountaines |
Dalla località Plan des Fontainettes, a pochi passi dalla chiesa denominata "Piramide du Mont Cenis" posta in alto sulla sponda Nord del lago del Moncenisio, è possibile accedere ad una delle creste più panoramiche di questa vasta area caratterizzata dal noto Colle del Moncenisio, carico di storia e di memoria. Da qui probabilmente svalicò Annibale con i suoi elefanti, sicuramente transitò Napoleone con i sui uomini, certamente qui gli ingegneri militari italiani e transalpini si prodigarono non poco. Basterebbe un tour di giornata per rendersi conto della quantità di opere belliche del noto
Vallo Alpino sono qui disseminate su entrambi i lati del lago: i Forti Varisello, Roncia, Cassa, de la Turra, e poi bunker sparsi ovunque, casermette di frontiera come quella del Malamot, batterie come la Pattacroce, la Court e la Paradiso, carrarecce militari... e tutto ciò che nel 1947 passò sotto il dominio francese. Ed è proprio verso il Fort de Ronce che inizia la salita per il Col du Lou, una panoramica finestra sulla valle della Station de Val Cenis e sulla relativa Fôret de Lanslevillard. Imboccato il sentiero che conduce al Forte, dunque, occorre tenere il più possibile la sinistra per guadagnare il prima possibile, risalendo i pratoni erbosi, la carrozzabile pianeggiante che attraversa il Plan des Trois Fontaines. Giunti sulla carrozzabile si prosegue quindi a sinistra e in pochi minuti si giunge ad un ponte di ferro e legno. Subito al di là del ponte, si prosegue per una traccia che attraversa la grande conoide di detriti che scende dalla Pointe de Ronce e conduce ad una bella mulattiera militare che, con numerosi tornanti, permette la risalita dei pendii erbosi fino ad un ripiano detritico a quota 2700.
|
Verso il Col du Lou, in prossimità del ripiano detritico |
Il sentiero, a questo punto, attraversa l'intero cono detritico che scende dalle pendici del Sommet de la Nunda, punta già ben visibile a Nord-Ovest, e, sebbene in modo più esile ma sempre evidente, risale zigzagando le pendici detritiche fin sotto un'imponente bastionata. Qui, facendo attenzione ad alcuni punti franati e alle pietraie un po' instabili scaricate dalla punta, si volge a destra seguendo alcuni ometti posti sul tracciato e si giunge, con pendenza sempre più accentuata, ad un canalino detritico ed in evidente stato di erosione che permette di guadagnare il Colle.
Sul Colle troviamo un ometto a garanzia di essere arrivati a quota 3042. A dir la verità, più che un colle appare come un semplice intaglio di cresta che permettere di gettare uno sguardo, come detto, sulla Fôret de Lanslevillard e sui suoi impianti di risalita brulicanti di ruspe ed escavatori durante tutto il periodo estivo.
|
In vetta al Sommet de la Nunda |
Dal colle, volgendo a sinistra su un'esile traccia che corre fondamentalmente sul lato Nord della cresta, e con alcuni facili passaggi su roccia, si perviene rapidamente alla vetta del Sommet de la Nunda (3079 m.), chiamato anche "Monte la Tomba", una punta caratterizzata da una serie di torri rocciose e, simbolicamente identificabile grazie alla presenza di un'antenna munita di pannelli fotovoltaici montata su un basamento di cemento.
Ritornando sui propri passi, e superato il colle, ci si può confrontare con una cresta decisamente più impegnativa, la cresta che conduce al Signal du Grand Mont Cenis.
Qui inizia una risalita che richiede condizioni ottimali, da intraprendere solo in assenza di nebbia e su terreno asciutto, data la presenza di un paio di passaggi esposti che rendono l'escursione classificabile come EE/F.
A destra dunque del colle, una traccia sul lato Nord, segnalata anche da alcuni ometti, mediante un intaglio fra due roccioni conduce ad tratto più pianeggiante. Dopo un leggero traverso che aggira un primo torrione, la traccia si sposta sul versante vista-lago, su una stretta e detritica cengia ascendente, e riconduce sul filo di cresta praticamente fino ad un delicato passaggio esposto, in uno stretto canalino roccioso, da affrontare con una certa prudenza. A questo punto devono essere risalite alcune roccette con passaggi di I e II grado per un secondo traverso sul versante Sud che termina sul fondo di un canalino.
|
La cresta che dal Colle conduce al Signal |
Qui occorre rimontare il canalino, reso sempre più infido dallo sgretolamento e dall'erosione del tempo, e scalare il passaggio probabilmente più delicato dell'intero tracciato. Una volta usciti sull'aerea cresta, ancora qualche passo e si giunge in vetta al Signal du Grand Mont Cenis (3377 m.), la bella punta della catena Rocciamelone-Charbonnel. Qui, ad attendere l'escursionista, un semplice castelletto di pietre addobbato da un metro di bandierine tibetane ed una esaltante vista sulla Pointe de Ronce (3612 m.). Le nebbie provenienti dal fondovalle, il 16 agosto del 2018, ci preclusero una vista completa su tutto questo vasto mondo alpino a cavallo delle Alpi Cozie e le Alpi Graie, ma non ci impedirono di ammirare, a tratti, il lago, il Malamot, il Giusalet, le Signal du Petit Mont Cenis (o Punta Clairy), la Ronce ed il suo ghiacciaio sempre più crepacciato e ridimensionato.
|
La Pointe de Ronce vista dalla vetta del Signal |
Per il ritorno, ripercorriamo a ritroso lo stesso itinerario ripensando, come sempre, ai panoramici scorci impressi nella mente e alla lunghezza del cammino fatto in mattinata. Giunti nei pressi della carrozzabile militare, decidiamo di visitare il Forte Roncia, un forte a pianta circolare su due piani, letteralmente preso d'assalto dai vacanzieri e dai camperisti del Moncenisio, numerosi in queste giornate d'agosto. Costruito tra il 1877 ed il 1880, venne pensato per la difesa del Colle mediante una batteria di 6 cannoni e numerose postazioni per i mitraglieri. Oggi, al piano superiore, è possibile trovare qualche pannello illustrativo circa la storia del complesso e dei suoi abitatori. In quanto restaurato ed aperto al pubblico, consiglierei a tutti di farci un salto.
|
Il Fort de Ronce |
Nessun commento:
Posta un commento