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Verso la grange dell'Antolina |
Se volete andare in fuga dall'afa, come probabilmente vorrebbero fare in questo agosto 2021 - il più caldo mai visto - tutti coloro che vivono "nella bassa", potete sempre risalire una delle valli alpine più belle in assoluto, la Val Varaita, e portarvi a Chianale, più precisamente oltre il paese, dove un ponticello taglia il torrente e conduce, dopo 300 m. di asfaltato, in un parcheggio a ridosso di un secondo piccolo ponticello (1860 circa). Lì, lasciata l'auto a cuocere sotto il sole, dovete imboccare il largo sentiero a sinistra che risale un bellissimo lariceto e conduce con qualche tornante entro la val Antolina: è il sentiero U20-21 (segnavia di vernice rosso-bianca) per il Lago Blu ed il Col Longet. Se la giornata è bella, passato il bosco, comincerete presto a rimpiangerne l'ombra. Usciti su un'aperta radura, si cammina sotto l'imponente mole delle ripide pareti Nord del Tour Real. Ora si comincia a prendere quota più rapidamente. Al termine di un lungo traverso, si arriverà alla grange dell'Antolina (2298).
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Lago Bes |
Si continua dunque a camminare su un secondo lungo traverso in direzione Sud per affrontare una seconda serie di svolte che conducono all'interno di un dolce valloncello, immancabilmente solcato dal suo bravo corso d'acqua - come tutti i valloncelli qui - proveniente da uno dei laghi più in alto (se ne conteranno lungo il tragitto almeno quattro). Risalendo l'intero valloncello, moderatamente ripido, si sbuca nella verdissima conca del Lago Blu.
Qui, una serie di paline segnalano a sinistra un paio di sentieri diretti al Lago Nero: devono essere tutti ignorati per poter tirare dritto per il Lago Blu. Giunti nei pressi del super-cromatico lago, occorre svoltare a destra, superare il suo emissario su un paio di blocchi di roccia e giungere ad un'ennesima palina indicatrice. A sinistra, occorre seguire le indicazioni per i Laghi Bes e per il Col Longet.
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Il Bivacco Enrico Olivero |
Il percorso, sempre ben visibile e mai brusco, conduce al superiore ampio pianoro dei Laghi Bes. Qui, poco prima di giungere al Col Longet, si incontra un'indicazione che segnala la giusta direzione per il Colle Lupo. Dopo qualche minuto di sali-scendi, si giunge al nuovissimo e sontuoso Bivacco (2647) inaugurato nel 2018 e dedicato ad Enrico Olivero, noto impresario di Sampeyre scomparso nel 2014.
Se il proposito resta ancora quello di raggiungere le cime, allora non si dovrà fare altro che oltrepassare il bivacco e seguire fedelmente le tacche bianco-rosse (e ometti) che permettono di orientarsi all'interno del vallone del Lupo. Qui si viene subito accolti da un ambiente incontaminato, selvaggio ed incantato, dove dominano i colori della pietra lavorata dai ghiacci. Occorre risalire l'intero vallone in modo dolce fino alla sua parte sommitale, più pietrosa e ricoperta di detritici sfasciumi, mai comunque pericolosi. A fine luglio si potrà ancora sfruttare gli ultimi residui nevosi. A questo punto si possono già ammirare le due ambite cime, a sinistra la Pienasea, più a destra il Lupo.
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Colle del Lupo |
Giunti sul Colle del Lupo (3052), ci si può finalmente sedere presso l'uscio di ciò che resta della casermetta militare "Courero", in larga parte diruta, posta a custodia del passo. Qui, di sicuro, si avrà modo di incontrare i suoi assidui frequentatori: gli stambecchi.
Dal Colle si può decidere tranquillamente quale cima risalire per prima: è il bello della libertà di scelta. A sinistra, per chi arriva dal vallone, la Pienasea (3117), raggiungibile per cresta in pochi minuti, con la sua metallica croce ed il suo bel libro di vetta. A destra, oltre il tetto crollato della casermetta, la Cima del Lupo (3132), rocciosa e raggiungibile per cresta con passi di I° su rocce e su placche inclinate che esigono piede fermo.
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La Pienasea ed il Monviso visti dal Lupo |
Dalle cime, è consigliabile ammirare in silenzio per svariati minuti la bellezza e la varietà di punte, tutte sopra i 3000, di queste benedette Alpi Cozie: il Monviso, i Monti Salza e Mongioia, le Rochers de Rubren, e poi il Pic d'Asti, il Pierre Menue, e oltre l'Uja di Ciamarella, la Grande Casse, lo Chaberton, il Thabor, il Pic de Rochebrune...
Per scendere si avranno due possibilità (è di nuovo il bello della libertà di scelta): o ritornare per la stessa via di salita, o tenersi sotto il Colle del Lupo più sulla destra e ridiscendere per il Vallone di Pienasea, fino al Lago Blu. Il resto sarà fondamentalmente un lavoro di ginocchia.
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