martedì 10 agosto 2021

Esja, la "Regina" di Reykjavik

Esjustofa
In Islanda, a circa 10 km a nord di Reykjavik, c'è una regina, o almeno così la intendono gli abitanti della capitale. Si tratta di una montagna vulcanica che domina la vista di coloro che, dalle grandi finestre di casa, ne scorgono d'inverno la scura mole e ne apprezzano le forme durante le giornate più belle. L'Esjan - o semplicemente Esja - tocca, nel punto più alto della sua piatta cima, i 914 m. di altezza, ma considerando che la quota di partenza è di qualche metro sopra il livello del mare, è comunque in grado di offrire all'escursionista una discreta quantità di paesaggi, di emozioni e, diciamolo pure, di soddisfazioni.

L'8 agosto 2021, dopo una giornata trascorsa sul Fagradalsfjall Volcano, attivo dal 19 marzo, decidiamo di salire su quel privilegiato pulpito che consente uno sguardo d'insieme unico sulla baia di Reykjavik e sui massici più settentrionali, fino alle vette della penisola chiamata Snaefellsnes.

Verða

Parcheggiata l'auto nelle piazzole dell'Esjustofa, in località Mógilsá (casetta scura che fa da rifugio, punto di ristoro e centro visitatori a pochi metri dalla "Ring Road"), imbocchiamo immediatamente il sentiero decisamente turistico che, attraversata una prima fascia di lussureggiante vegetazione (parliamo comunque di piante non più alte di 2 metri), conduce all'interno di un valloncello solcato da un vivace torrente. In pochi minuti si giunge su campo più aperto, su un ampio anfiteatro formato dalle stesse pareti del monte e solcato fondamentalmente da due valloni che conducono entrambi ai piedi delle pendici rocciose del lungo massiccio, pareti che si ergono come scogliere di mare e che lasciano intravedere fin da subito i bordi della parte sommitale. Si giunge così ad un bivio, il Brú, punto di partenza e di arrivo di una prima possibile escursione ad anello.

Panorama sulla baia di Reykjavik
Da qui, imboccando l'ampia pista terrosa di sinistra, si risalgono alcuni pratoni fino ad arrivare ad un panoramico punto chiamato Steinn, il punto più alto raggiunto normalmente dalla maggioranza degli escursionisti.

Il sentiero ora procede, sempre evidente, arrampicandosi su roccette, in modo alquanto diretto, anche con l'ausilio di catene disposte in loco, fino al bordo della cima del massiccio, dove un primo ometto di pietre accoglie l'escursionista giunto fin lì con tanto di rosa dei venti e libro di vetta. È il Verða, il punto considerato idealmente la vetta del monte, a 840 m. slm. In realtà, da questa cima ideale, tutta la chilometrica sommità dell'altipiano è contrassegnata da una serie di ometti, come a formare un'ideale staffetta di punti che consentono di spostarsi più agevolmente lungo la piattaforma di roccia vulcanica. Volgendo a sinistra, con una passeggiata di poco più di un chilometro, è possibile raggiungere un apice leggermente più alto che conduce a quota 900, il luogo ideale per poter spaziare con lo sguardo sui retrostanti valloni che si gettano nell'Hvalfjörður.

Il versante sull'Hvalfjörður


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